Prestazioni acustiche di pareti divisorie tra unità abitative: dalle prove di laboratorio ai valori in opera

Fermo Antonio Mombrini

La qualità della vita all’interno di un edificio abitativo può essere valutata secondo diversi parametri quali la luminosità degli ambienti o l’ergonomicità e proporzioni degli spazi interni. Il comfort di un edificio è però determinato in buona misura anche dalla qualità acustica riscontrabile dagli utenti, un aspetto che troppo spesso viene messo in secondo piano dalle varie figure coinvolte nel processo costruttivo.

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Le strategie di protezione dal rumore prendono il via da un’accurata progettazione preliminare, con l’individuazione dei punti sensibili, per arrivare all’esecuzione a «regola d’arte».

Legge Quadro sull’inquinamento acustico

La Legge Quadro sull’inquinamento acustico stabilisce che è competenza dello Stato la determinazione dei requisiti acustici passivi degli edifici, dei loro componenti e l’indicazione dei criteri per la progettazione, l’esecuzione e la ristrutturazione delle costruzioni edilizie.

«Legge Quadro n. 447 del 1995, all’art. 3), comma 1, lettere e) ed f)»

Nella legge sono previsti due distinti decreti attuativi:

  • il primo per i requisiti acustici passivi degli edifici e dei loro componenti (facciate, partizioni, solai) per ridurre e controllare l’esposizione al rumore
  • il secondo per indicare i metodi previsionali e progettuali consoni per il raggiungimento dei requisiti prestazionali richiesti

Determinazione dei requisiti acustici passivi degli edifici

Ad oggi risulta emanato solo il primo decreto attuativo della Legge Quadro: «Determinazione dei requisiti acustici passivi degli edifici» (DPCM del 5/12/1997), nel quale sono stabiliti i limiti minimi e massimi per le partizioni del costruito che devono essere garantiti in funzione della destinazione d’uso dell’immobile.

I requisiti acustici passivi degli edifici, dei loro componenti e degli impianti tecnologici, suddivisi secondo la classificazione degli ambienti abitativi sono espressi nella seguente tabella.

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Indicazioni sui metodi previsionali e progettuali

Non è invece mai stato pubblicato il secondo Decreto Attuativo della Legge Quadro n. 447 del 1995, riguardante le indicazioni sui metodi previsionali e progettuali tali da garantire il raggiungimento dei requisiti prestazionali richiesti.

Esistono tuttavia delle normative tecniche emanate dall’UNI che permettono la quantificazione numerica delle trasmissioni laterali:

  • UNI EN 12354-1
  • UNI TR 11175

Tali normative permetterebbero di determinare empiricamente la prestazione in opera di un determinato elemento divisorio a partire dal progetto architettonico e dal potere fonoisolante dell’elemento stesso.

Tuttavia, in tali norme non vengono presi in considerazione alcuni aspetti fondamentali, quali ad esempio:

  • accuratezza di realizzazione dell’elemento divisorio
  • punti di connessione tra l’elemento divisorio stesso con le partizioni laterali

Durante la fase di progettazione preliminare si dovranno pertanto adottare tutte le precauzioni del caso relativamente all’individuazione dei nodi critici su cui porre attenzione in fase costruttiva.

Gli errori più comuni in corso d’opera

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Tra gli errori più comuni che possono essere commessi in corso d’opera elenchiamo i seguenti:

  • mancanza di sigillature delle fughe verticali
  • utilizzo di materiali senza idoneo riempimento con malta di tipo cementizio
  • non allineamento dei pannelli isolanti all’interno dell’intercapedine con vuoto tra gli stessi
  • intonaci molto sottili nello strato interno
  • mancata realizzazione della fascia tagliamuro (per pareti di tamponatura)
  • rottura della parete per la predisposizione del passaggio degli impianti a servizio dell’unità immobiliare «sfondando» completamente la parete stessa
  • andare con la muratura divisoria tra unità abitative in appoggio a quella perimetrale passante

Per approfondire i temi qui trattati e conoscere come poter correggere i più comuni errori in corso d’opera, si veda l’articolo completo.