I nuovi “Requisiti Minimi” per l’efficienza energetica degli edifici: esempio applicativo e criticità della normativa

Di Perna C., Romagnoli A, Ulpiani G.

L’applicazione del decreto “Requisiti Minimi” a un edificio di nuova costruzione mostra le criticità di un apparato normativo incentrato sulla valutazione della prestazione energetica invernale degli edifici, in un Paese caratterizzato da condizioni climatiche sempre più calde.

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Dopo l’entrata in vigore del decreto attuativo “Requisiti Minimi” della L. 90/2013 in recepimento della Direttiva Europea EPBD Recast, l’analisi della normativa mette purtroppo in luce alcune carenze anche notevoli su alcuni aspetti di fondamentale importanza, come ad esempio la valutazione della prestazione energetica estiva degli edifici.

Introduzione

Le direttive europee nascono in un contesto ambientale che presenta delle temperature medie meno elevate, soprattutto in estate, rispetto a quelle italiane: si osserva ancora una mancanza di risposta da parte della Comunità Europea sul tema dell’efficienza energetica estiva, quando in Italia le spese per il raffrescamento estivo superano quelle di riscaldamento durante l’inverno. Gli indicatori introdotti dalla nuova normativa rischiano di dare agli utenti finali indicazioni errate sul comportamento dell’edificio: in questo articolo si analizza l’applicazione del decreto ad un edifico di nuova costruzione, con lo scopo di verificare la reale efficacia del nuovo apparato normativo.

Il nuovo quadro normativo

I nuovi decreti del Ministero dello Sviluppo Economico modificano le modalità di calcolo delle prestazioni energetiche dei fabbricati e rendono più restrittivi i requisiti minimi di efficienza per gli edifici nuovi o da ristrutturare.

Due le modifiche sostanziali:

  • I limiti di prestazione energetica sono imposti in rapporto ad un “edificio di riferimento” identico a quello reale ma con le caratteristiche termiche ed impiantistiche riportate nel decreto, e non più riferiti direttamente alla zona climatica e al rapporto S/V
  • Il valore dell’energia primaria (EPi), somma dei valori dei fabbisogni di energia primaria per la climatizzazione invernale, estiva e per la produzione di acqua calda sanitaria, è stato sostituito con l’indice di prestazione energetica globale dell’edificio (EPgl)

Applicazione ad un caso di studio

I nuovi decreti sono stati applicati a un edifico reale, sito a Bologna in zona climatica E: una palazzina residenziale a 5 piani (garage interrato; piano terra, primo e secondo piano unità abitative; soffitta).

L’edificio è stato simulato come nuova costruzione; per valutarne la prestazione energetica occorre pertanto effettuare un’accurata analisi di ogni componente dell’involucro opaco e trasparente, e del sistema edificio-impianto. Per tutti i dettagli sulla natura dell’edificio e l’indagine condotta rimandiamo all’articolo completo.

Risultati

L’edificio studiato soddisfa tutti i requisiti richiesti dal D.M. “Requisiti Minimi”, nonostante sia stato necessario condurre un lungo lavoro di analisi e valutazione per gestire tutte le problematiche.

Classificato come classe A4 e nZEB, l’edificio ha evidenziato le lacune e criticità che possono emergere in fase di progettazione nell’applicazione dei nuovi decreti ministeriali. Nell’articolo completo tutti i dettagli e i risultati emersi dall’analisi condotta.